Italiani in Francia, francesi in Italia

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Italiani in Francia, francesi in Italia

Musiche di Cavalli, Lully, Piani, Hotteterre, Mascitti, Leclair Francesco Cavalli (1602 — 1676)

Canzon a 3 Jean Baptiste Lully (1632 — 1687)

Trio pour la chambre du Roy
Symphonie — Sarabande — Gavotte — Menuet — Chaconne Giovanni Antonio Piani (1678 — 1760)

Sonata IV op. 1
Preludio: adagio, et affettuoso — Allegro — Larghetto — Allegro e Spiccato Jacques Martin Hotteterre (1674 — 1763)

Trio in do minore
dalle 6 Sonates en Trio op. 3 Paris — 1712
Prelude: Lentement — Fugue: Gay — Grave: Doux — Gigue: Vivement Michele Mascitti (1664 — 1760)

Sonata per violino solo e basso continuo
Adagio — Allegro — Largo — Allegro Jean Marie Leclair (1697 — 1764)

Deuxième recreation de Musique
Ouverture — Forlane — Sarabande — Chaconne — Tambourin Accademia del Ricercare
Vittoria Panato — violino
Manuel Staropoli — flauto
Antonio Fantinuoli — violoncello
Claudia Ferrero — clavicembalo
guida all’ascolto

bibliografia

Musica senza confini

La circolazione della musica non ha mai conosciuto confini: da sempre infatti i musicisti hanno viaggiato per l’Europa per prestare servizio nelle corti e nelle chiese più prestigiose, per imparare lo stile compositivo e la prassi esecutiva del paese in cui si trovavano e per far conoscere la concezione estetica della propria terra natale. In questo modo i gusti e gli stili nazionali erano diffusi e conosciuti in tutto il continente e si delineavano vere e proprie specialità nazionali, come la suite strumentale, che prendeva forma dalla predilezione della società francese per il ballo, o il melodramma, tipico prodotto della cultura italiana. I principi e i sovrani di tutte le nazioni gareggiavano per avere nella propria cappella validi esecutori stranieri che dessero un tocco di esotismo alla compagine musicale; i maestri di cappella erano invece selezionati in base alla loro provenienza e ai gusti del committente: alcune corti si specializzavano così nell’opera di stampo italiano, altre preferivano la musica strumentale, altre ancora prediligevano il balletto, mentre le cattedrali ricercavano compositori con una solida preparazione contrappuntistica. Così Jean Baptiste Lully venne selezionato da giovanissimo a Firenze, la sua città natale, oltre che per le doti di musicista per quelle di danzatore e si trasferì nella corte di Re Sole, valente ballerino, dove passò il resto della vita, diventando famosissimo e ricchissimo e ottenendo la naturalizzazione francese dal re in persona.
Vi erano poi altre ragioni che portavano compositori e musicisti temporaneamente in terra straniera: in occasioni particolari ad esempio era costume invitare famosi autori stranieri per solennizzare l’evento, come nel caso delle nozze di Luigi XIV, per le quali venne scelto Francesco Cavalli, apprezzato compositore di musica teatrale e già famoso a Parigi per l’esecuzione di alcune sue opere. Altri autori invece, come Piani e Mascitti, si trasferirono a Parigi per entrare nel fiorente mercato editoriale della città e ottennero da subito grandi successi con la vendita delle proprie opere avendo così occasione di proseguire la carriera in altre corti europee. Vi era infine la ragione educativa che muoveva autori e musicisti per tutta Europa: molti compositori francesi ad esempio vennero in Italia per formarsi alla scuola di valenti maestri italiani, come nel caso di Hotteterre e di Leclair che studiarono rispettivamente con Corelli e Somis.